PREMESSA
Le ricerche sui giornali e sulle riviste illustrate dell’epoca sull’esperienza del Genoa Waterpolo non sono assolutamente facili per il rilievo solitamente limitato e frammentario dato agli avvenimenti agonistici riferiti alla pallanuoto. Fatta questa doverosa premessa, si cercherà a cent’anni da quello che verosimilmente è stato l’ultimo incontro (Andrea Doria-Genoa 1-0 di domenica 3 settembre 1922) del «settebello» rossoblù (la fondazione della sezione Waterpolo era avvenuta lunedì 11 dicembre 1911, su proposta di Enrico Pasteur II, ex calciatore del Genoa, con cui aveva conquistato cinque titoli nazionali (1899, 1900, 1902, 1903 e 1904) di ricostruire nella maniera più dettagliata possibile le sette stagioni agonistiche, nelle prime quattro delle quali ci fu sempre la conquista del titolo nazionale. Va altresì segnalato come le partite della pallanuoto pionieristica si disputassero su due tempi da sette minuti e – salvo casi eccezionali – con a difesa della porta un portiere e due difensori, a cui si aggiungeva il centro-sostegno, e tre attaccanti che aspettavano la conclusione dell’azione avversaria per ricevere il pallone e sviluppare la propria azione offensiva.
1912 – Come quattordici anni prima nel calcio anche nella pallanuoto il primo titolo
nazionale è del Genoa
Nelle acque del Porticciolo di Santa Lucia a Napoli dopo oltre un decennio di campionati italiani non ufficiali (in quanto non organizzati dalla Federazione Italiana Rari Nantes, ma dalle società) si giocò sabato 14 settembre 1912 la prima partita ufficiale tra i padroni di casa della
Partenope e la Lazio. Il burrascoso incontro (per gli scontri in acqua tra i giocatori delle due squadre) fu vinto 2-1 dalla compagine capitolina, la quale non accettò di giocare contro il Genoa subito dopo, lamentandosi delle scorrettezze subite e del mancato riconoscimento del turno di riposo nel secondo incontro del triangolare alla squadra vincitrice, preferendo dare forfait.
A quel punto il Genoa poteva contare su due risultati su tre (pareggio e vittoria) per diventare protocampione d’Italia nella pallanuoto, ma preferì non fare calcoli, imponendosi per 4-1 sui padroni di casa, che si ritennero penalizzati dalla convalida di due reti ai rossoblù, secondo loro
segnate all’interno della «linea dei due metri» e, quindi, da annullare per fuorigioco.
Un alone di mistero avvolge l’identificazione dell’esatta formazione della squadra che conquistò quella storica vittoria, in quanto le fonti giornalistiche dell’epoca diedero cinque cognomi sicuri (Ghiorzi, Strassera, Baiardo, Semorile, Frassinetti I), mentre la rivista sociale del sodalizio rossoblù Genoa Club, nel numero del luglio 1922, propone: Ghiorzi; A. Massa, Paganelli I; Paganelli II, Semorile, Gavoglio, Baiardo.
Da notare che Davide Baiardo era reduce come nuotatore dai Giuochi Olimpici di Stoccolma e quattro anni prima aveva partecipato a quelli di Londra, mentre a Ernesto Ghiorzi, futuro importante dirigente nel sodalizio rossoblù e a livello federale in ambito calcistico, sarebbe stata
affidata la leadership nella guida tecnica della Nazionale Italiana ai Giuochi Olimpici di Anversa nel 1920.
1913 – A Castelgandolfo, nel Lago d’Albano, arriva per un rinnovatissimo Genoa la riconferma, grazie alla Lazio, che ferma sul pareggio la Partenope nell’ultimo incontro.
Nelle acque dolci del Lago di Albano il secondo campionato presentò le stesse contendenti del primo, che si dovevano affrontare con un calendario «simmetrico» rispetto a quello del 1912. I pallanuotisti del Genoa furono, quindi, impegnati nei primi due incontri e spettatori – interessatissimi! – nel terzo.
Opposti in una sorta di rivincita dell’incontro decisivo dell’edizione dell’anno precedente ai napoletani, lunedì 11 agosto i rossoblù che, rispetto agli avversari avevano maggiore fisicità e minori capacità tecniche, passarono in vantaggio nel primo tempo con Massola per poi essere
raggiunti nella ripresa dalla Partenope grazie a una rete di Mascoli. L’indomani i genoani ebbero la meglio «di misura» (2-1) sulla Lazio, che poi, pur priva di qualsiasi possibilità di conquistare il titolo nazionale, onorò l’ultimo impegno, pareggiando 2-2 contro la Partenope (forse, memori di quanto era successo undici mesi prima nel capoluogo della Campania, i pallanuotisti capitolini diedero il massimo delle loro possibilità) e «regalando» di
conseguenza il titolo al Genoa, che aveva giocato con Bertorello, Federici, E. Boero I; Massola, M. Boero II, Frassinetti I, Bafico. Importantissimo fu l’inserimento dei fratelli Ercole e Mario Boero, che, giocando rispettivamente come difensore sinistro e attaccante destro, avrebbero preso parte ai Giuochi Olimpici di Anversa nel 1920 con Giovan Battista Bafico come riserva.
1914 – A Sturla il Genoa vince la Coppa Sport del Popolo, successivamente riconosciuta come Campionato Italiano
A Genova, martedì 2 ottobre 2018 presso la Sala Trasparenza della Regione Liguria vennero presentati il centesimo campionato maschile e il trentacinquesimo femminile italiani di pallanuoto (alla presenza, tra gli altri, dei due Commissari Tecnici delle nazionali – i cosiddetti
«Settebello» e «Setterosa» –, Sandro Campagna e Fabio Conti, del Presidente della Federazione Italiana Nuoto, on. Paolo Barelli, e del Presidente della Regione Liguria, on. Giovanni Toti, e del Sindaco di Genova, dott. Marco Bucci). La manifestazione era inizialmente prevista al Foro Italico di Roma, ma poi fu spostata nel capoluogo della Liguria sia perché Genova aveva vissuto quarantanove giorni prima la tragedia del crollo di Ponte Morandi sia perché alla Piscina della Sciorba si sarebbe giocata quel giorno – con incasso devoluto in beneficenza alle famiglie delle quarantatré vittime del disastro autostradale – la partita tra la Nazionale Italiana e e la Selezione All Stars dei migliori stranieri del campionato maschile, celebrativa della centesima edizione che avrebbe preso avvio undici giorni dopo. In occasione di quell’incontro Barelli – ricevendo in contraccambio una maglia rossoblù celebrativa del 125° anniversario di fondazione – consegnò un premio al Genoa, rappresentato da una delegazione guidata dal suo vicepresidente, dott. Gianni Blondet, in quanto prima squadra vincitrice del Campionato Italiano.
Quella cerimonia ribadiva indirettamente (nelle prime novantanove edizioni trentadue successi della Pro Recco, undici della Posillipo, nove della Florentia, otto dell’Andrea Doria e della Canottieri Napoli, sei del Camogli, cinque del Napoli, quattro del Genoa, tre del Pescara e del Savona, due del Milano e della Roma, uno dello Sturla, della Triestina, dei Canottieri Olona, della Lazio – visto che il titolo del 1945, revocato per un errore tecnico in Lazio-Napoli 3-3 di domenica 16 settembre, le sarebbe stato restituito venerdì 15 ottobre 2021 –, del Bogliasco e del
Brescia) il riconoscimento dell’ufficialità «postuma» (non si sa a quando farla risalire) dell’edizione 1914 di un torneo disputatosi domenica 2 agosto nelle acque di Sturla, organizzato dalla testata giornalistica torinese Sport del Popolo, collegata a La Gazzetta del Popolo, e dal Genoa, che non aveva, quando si svolse, quei crismi. Cinque furono le formazioni che si contesero il trofeo: tre liguri (Genoa, Ligure Water-Polo di Sampierdarena e Nicola Mameli di Voltri), una lombarda (Rari Nantes Milano) e una campana (la «solita» Rari Nantes Partenope).
Il successo dei rossoblù fu travolgente, visto che in tre incontri la porta difesa da Pasteur II non venne mai violata: 3-0 alla compagine meneghina nel turno eliminatorio (doppietta di Luigi Achille Olivari inframmezzata da una di Gennaro Cangiullo), doppio 4-0 nel girone finale ai voltresi (rete di Boero II, doppietta di Cangiullo e segnatura del grande nuotatore Enrico Rossi) e ai napoletani (segnature dispari grazie a una doppietta dell’ex – … «core ’ngrato» – Cangiullo e pari su autorete di Argento e su rete di Rossi al termine di una splendida controfuga), in quella che di fatto era la finalissima dopo il successo per 4-1 della Partenope sulla Nicola Mameli.
La formazione vincente era: Pasteur II; E. Boero I, Bafico; Rossi; Olivari, Cangiuulo, M. Boero II. Nella squadra si notano gli inserimenti oltre che del già ricordato Cangiullo, dello svizzero Pasteur II, che sei anni dopo non avrebbe difeso, trentottenne, la porta della Nazionale Italiana ai
Giuochi Olimpici di Anversa solamente per i ritardi nella sua naturalizzazione a italiano, di Olivari, che, invece, sarebbe sceso nelle gelide acque belghe (gli Azzurri furono eliminati – in quella che, domenica 22 agosto 1920, fu la prima partita della loro storia – ai tempi supplementari dalla Spagna, che aveva svolto la preparazione in loco anziché in patria – il raduno collegiale si era svolto a Sturla – e vinse per 2-1, perché alcuni di loro non riuscirono a
proseguire l’incontro o si astennero dal parteciparvi per alcuni minuti, visto che la temperatura si aggirava sui 12°) e di Enrico Rossi, che quarantanove giorni dopo – domenica 20 settembre – avrebbe conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Italiani di Nuoto nel fondo, essendo stato
l’unico atleta che era riuscito a non ritirarsi nell’attraversamento – da lui compiuto in 3h7’54’’ – del Lago Maggiore da Pallanza a Stresa (6 chilometri), con la temperatura dell’acqua a 16°, e che sarebbe morto in battaglia durante la Grande Guerra, con i gradi di tenente, giovedì 24 maggio 1917 a Castagnevizza del Carso, venendo decorato alla memoria di medaglia d’argento (in via del Tritone a Sturla venne murata in suo ricordo nel 1920 una lapide marmorea in altorilievo, ancora visibile, opera del grande scultore genovese Edoardo De Albertis).
1919 – Dopo la Grande Guerra a Como il Genoa conquista l’ultimo titolo nazionale
A Como, nello specchio d’acqua antistante Villa Geno, sabato 16 agosto l’attività pallanuotistica ufficiale riprese con la disputa dell’ultimo campionato italiano in formato ridotto (tre partecipanti: le milanesi Rari Nantes Milano e Sport Club Italia e il Genoa, fino a quel momento l’unica squadra ad aver iscritto il proprio nome nell’Albo d’Oro nazionale in quello sport).
La Rari Nantes Milano, che schierava come centro-sostegno Ercole Boero I, prima pareggiò contro il Genoa, rimontando con Davoglio al 2’ della ripresa la rete subita al 3’ del primo tempo da Bollo, poi maramaldeggiò nel derby meneghino, imponendosi per 6-1 sui rivali, che, prostrati dalla pesante sconfitta, preferirono dare forfait nell’ultimo incontro.
Il Genoa trasse un piccolo vantaggio dal non essersi dovuto impegnare – ancorché minimamente – contro i modesti avversari, ma molto superiore fu quello che ebbe l’indomani dalla scelta del campo nello spareggio, visto che giocò in favore di vento in entrambi i tempi, essendosi mutato il forte grecale che soffiava nel primo (in cui passò in vantaggio con Angelo Vassallo) in un uragano nel secondo (in cui Olivari andò a segno tre volte, «confezionando» il definitivo 4-0).
1920 – Incomincia la parabola discendente Il 1920 vide un considerevole allargamento della partecipazione delle squadre con campionati non più circoscritti a una giornata o due, ma articolati in fasi zonali.
La Liguria, che, grazie al Genoa prima, all’Andrea Doria (otto titoli dal 1921 al 1931) e al Camogli poi (un campionato vinto nel 1935 e cinque tra il 1946 e il 1957) e, senza dimenticare Savona («doppietta» tricolore nel 1991 e nel 1992 con «tris» nel 2005), Sturla (campione nel 1923), Bogliasco (Scudetto nel 1981), soprattutto alla «cannibalica» Pro Recco (vincitrice di trentaquattro degli ultimi sessantaquattro campionati), ha avuto sempre un ruolo dominante (55% dei titoli conquistati!), doveva esprimere una finalista da opporre alla migliore delle altre contendenti. Visto che si giocava d’estate ed erano in programma ad agosto i già più volte ricordati Giuochi Olimpici di Anversa, l’organizzazione in Liguria risultò quanto mai confusa, visto che il Comitato Regionale non capì subito che si doveva ricorrere a un format agile. Tra i pochi dati che si sono riusciti a trovare ci sono quelli di un pareggio del Genoa per 2-2 con lo Sturla all’esordio domenica 27 giugno, di una partita rinviata la domenica successiva per mare agitato contro il Ligure Water Polo di Sampierdarena, di una sospensione del Campionato per disputare – con vittoria dei rossoblù (si immersero nelle acque del fiume Bormida: Pasteur II; Bafico, Boero I; Nischio, Olivari, Dellacasa II, Boero II) – un torneo preolimpico a Millesimo sabato 10 (5-0 all’Andrea Doria nei quarti di finale e 2-1 allo Sturla in semifinale) e domenica 11 (2-0 alla Rari Nantes Milano in finale) luglio, di una riunione – i cui esiti non sono noti – fissata alle ore 21,30 di martedì 9 agosto al Ristorante Mori di Sturla per «ridisegnare» il Campionato, dividendolo in due gironi, per riprenderlo dopo la parentesi «a cinque cerchi». Forse il Genoa, che contava nuovamente sui fratelli Boero e aveva prelevato dalla Rari Nantes Milano, Alceo Nischio, che era nel «giro» della Nazionale Italiana, anche se poi non andò ad Anversa, e lo Sturla fecero parte del Gruppo A da sole e tra loro ci fu il «regolamento di conti» domenica 5 settembre, quando i rossoblù, sconfitti (per la prima volta, almeno a livello di Campionato) a Priaruggia per 0-3 (rete in apertura di Calvi I e nella ripresa di Gandini e Agostino Massa), abdicarono al titolo mantenuto – ancorché con l’attività agonistica sospesa per metà del tempo – per otto anni consecutivi. Martedì 7 settembre l’Andrea Doria rifilò un perentorio 5-2 alla Sampierdarenese nella finale del Girone B. Non si è trovata traccia di una finalissima tra i verdestellati sturlini e i blubianchi doriani che abbia dato il pass ai primi per giocarsi, agli ordini dell’arbitro Ghiorzi, il titolo nazionale domenica 12 settembre, nelle acque nei pressi del molo di Langano a Rapallo, con la Rari Nantes Milano, che, in virtù del suo successo per 4-2, fu la prima squadra non ligure a vincere il Campionato Italiano di pallanuoto.
1921 – Inevitabile eliminazione dopo due umilianti sconfitte contro l’Andrea Doria
Il 1921 segnò sicuramente il punto più basso nella storia del Genoa pallanuotistico. Rinviata per il mare agitato la prima giornata, i rossoblù, inseriti nel Girone B (erano tre i raggruppamenti in Liguria) con le concittadine Andrea Doria e Serenitas, ebbero un esordio choccante al Bacino delle Grazie domenica 26 giugno, in casa dei blubianchi, venendo travolti dai futuri campioni d’Italia, schierati con Marchetti, Gavoglio III, Ganieri, Gavoglio II, De Paoli, Ambrosini, Poppi, con sette reti (tre nel primo tempo e quattro nella ripresa), senza riuscire a segnare nemmeno quella «della bandiera». Fu quella per i rossoblù (scesi in acqua con una formazione composta da Bertorello; Bafico, Boero I, Nischio, Olivari, Du Jardin, Boero II, in cui cinque giocatori su sette erano stati campioni d’Italia) la peggior sconfitta, quasi eguagliata (0-6) da quella subita a Sturla dagli stessi avversari cinque settimane dopo, domenica 31 luglio.
Dei due incontri con la Serenitas solamente quello di domenica 10 luglio, vinto 3-0 dai rossoblù, venne portato a termine, perché il secondo, degnerato nelle acque di San Giuliano dopo poche battute di gioco in una rissa, venne interrotto dall’arbitro Corzetto e non si è trovata notizia di una sua ripetizione (del resto, era ininfluente per l’assegnazione del primo posto, avendo l’Andrea Doria vinto 5-1 e 2-0 (per forfait) le partite con la Serenitas nelle domeniche 17 e 24 luglio. A risollevare un po’ il morale ai tifosi genoani in quell’infausta stagione agonistica ci pensarono i giocatori della squadra riserve che si aggiudicarono il Campionato Italiano sconfiggendo 3-0 la Partenope nella finalissima disputata domenica 25 settembre a Livorno (in località San Jacopo, nello specchio d’acqua dei bagni Acquaviva), Nel numero di febbraio del 1922 di Genoa Club si dà notizia di una cerimonia svoltasi presso la sede del sodalizio rossoblù di Villetta Serra – quasi sicuramente a gennaio –, in cui a ciascun giocatore (curiosamente otto, tre dei quali anche calciatori – Celeste «Enrico» Sardi I e Giuseppe Ferrari II, in forza al Genoa, e l’altro – Eugenio Dellacasa II –, fratello minore di Angelo «Balletta», che lo aveva raggiunto nelle fila dell’Andrea Doria nell’autunno del 1921, dopo aver giocato a lungo tra i rossoblù –; gli altri erano Garino, Noseda, Canepa, Sommariva e Pestoni) vennero consegnate due medaglie d’oro e una d’argento.
1922 – Dignitosa uscita di scena Dopo la deludentissima stagione agonistica del 1921 si cercò di porre rimedio, ingaggiando un «trio» sampierdarenese, costituito da Avvenente, Menotti Sommariva e Agostino Frassinetti III, che al Campionato Italiano di nuoto del 1922 di Abbazia (l’attuale città croata di Opatija), all’epoca in Italia, avrebbe vinto sabato 9 settembre nei 100 m. stile libero con il tempo di 1’14’’80’’’ la terza ed ultima medaglia d’oro di un atleta del Genoa dopo quelle conquistate nel 1914 da Rossi (già ricordata) e dall’italo-cileno Malito Costa nel miglio.
La squadra si dimostrò nettamente più competitiva, terminando in un girone composto da sei squadre liguri alle spalle dell’Andrea Doria e dello Sturla. A Sori, domenica 25 giugno, il Genoa, schieratosi con Garino; M. Boero II, Nielsen; Pestoni; Piccardo, Sommariva, Avvenente, ottenne la più larga vittoria della sua storia sconfiggendo per 6-0 l’Ardita Sportiva Pieve Ligure. Due settimane dopo – domenica 9 luglio – arrivò un altro successo «corsaro» dei rossoblù (reti nella ripresa di Boero II al 3’ e di Pestoni al 5’) in casa della Rari Nantes Camogli. A guardia delle due porte c’erano due estremi difensori della squadra di calcio del Genoa: il titolare Giovanni «Ragno» De-Prà tra le fila dei rossoblù, che allinearono: De-Prà; Nielsen, Pestoni; Boero II; Sommariva, Gatti, Avvenente, e il terzo portiere Zennaro tra quelle dei padroni di casa, schieratisi con Zennaro; Silva, Noseda; Passalacqua, Barbieri, A. Gualco, Cavassa. Sette giorni dopo, agli ordini del sig. Cardinale dello Sturla, al Bacino delle Grazie il Genoa (Pasteur II; M. Boero, Nielsen; Frassinetti III; Avvenente, Gatti, Pestoni) affrontò i campioni d’Italia dell’Andrea Doria (Balla; Gavoglio III, Ganieri; Gavoglio II; Dellacasa II, Ambrosini, Nizzola). Particolarmente emozionante fu la ripresa, con i rossoblù in vantaggio grazie a Boero II al 3’, con un uomo in meno per l’espulsione di Avvenente un minuto dopo, raggiunti sul definitivo 1-1 a un minuto dalla fine da Gavoglio III. Da segnalare anche, quando il risultato era ancora di 0-0, una rete «fantasma» di uno dei due fratelli Gavoglio con i doriani a reclamare la concessione del goal, perché, secondo loro, il pallone era rientrato in campo dopo essere rimbalzato sul sostegno basso della porta. Domenica 23 luglio «andò in scena» il primo capitolo del «feuilleton» dell’incontro con la Nicola Mameli di Voltri, perché l’arbitro, essendo stato colpito da una scarpa – gesto davvero poco «british»! – lanciatagli in segno di disapprovazione per il suo operato dall’inglese Sanders, pioniere della pallanuoto in Liguria, mentre la squadra riserve del Genoa stava conducendo senza problemi a buon fine la partita, si rifiutò di far iniziare l’incontro delle prime squadre. La domenica seguente i voltresi preferirono giocare un incontro amichevole – perso 0-4 – con la Rari Nantes Milano nel capoluogo della Lombardia, mentre domenica 6 agosto a «marcare visita» fu la compagine rossoblù, visto che la sede della partita era stata spostata all’ultimo momento dai Bacini di Carenaggio a Sturla, adducendo come giustificazione l’impossibilità di avvisare i giocatori residenti a Sampierdarena. Domenica 13 agosto, in considerazione della modestia tecnica dell’Ardita Sportiva Pieve Ligure, il Genoa per «guadagnare tempo» aveva in programma di giocare a San Nazzaro due incontri, ma al termine del primo, arbitrato da Cardinale e vinto per 5-0 con doppiette di Nielsen nel primo tempo e di Avvenente nella ripresa, in cui andò a segno una volta anche Frassinetti III, non èotè affrontare la Sportiva Sturla per il mancato arrivo dell’arbitro Grossi. Per la cronaca, i rossoblù si erano schierati con Garino; Canepa, Nielsen; Frassinetti III; Avvenente, Gatti, Pestoni. La partita fu recuperata due giorni dopo a Ferragosto, a Sturla, e vinta 1-0 con una rete allo scadere dell’incontro dai biancoverdi contro i rossoblù che si erano presentati con Garino; M. Boero II, Pestoni; Frassinetti III; Avvenente, Sommariva, Gatti. Domenica 20 agosto il Genoa, grazie a una doppietta di Pestoni e a una rete di Boero II, ottenne quello che dovrebbe essere stato il suo ultimo successo nell’incontro interno, diretto da Brusati della Sampierdarenese, contro la Rari Nantes Camogli, che non riuscì a trovare la via del goal. La squadra rossoblù si era schierata con Garino; Bafico, Nielsen; Berruti; M. Boero II, Gatti, Pestoni. Nel week-end successivo il Genoa giocò a Milano in una riunione pre-olimpica (cosa abbastanza strana, visto che mancavano due anni a Parigi 1924), perdendo sabato 26 per 1-2 contro l’Andrea Doria e vincendo lo stesso giorno per 2-1 contro la Rari Nantes Milano. Domenica 3 settembre «a porte chiuse» (visto che erano stati violati i lucchetti di chiusura del Bacino delle Grazie) i rossoblù scesero, agli ordini di Enrico Morena dello Sturla, con Garino; M. Boero II, Nielsen; Frassinetti III; Sommariva, Gatti, Pestoni in acqua per affrontare i doriani che contavano sul centro-sostegno Luigi «Luigin» Burlando (doppia presenza olimpica nellla pallanuoto e nel calcio ad Anversa nel 1920 e a Parigi nel 1924), il quale, a livello calcistico, dall’autunno del 1921 aveva smesso la casacca blubianca dell’Andrea Doria per indossare quella rossoblù del Genoa. I campioni d’Italia, schieratisi con Balla; Gavoglio III, Ganieri: L. Burlando; Dellacasa II, Gavoglio II, Ambrosini, ebbero la meglio con una rete allo scadere del secondo tempo, la cui convalida fu contestata dagli avversari, che sostennero che il pallone tirato da Gavoglio III non avesse completamente varcato la linea virtuale di porta. Fu quello probabilmente l’ultimo incontro del Genoa. Quattro giorni dopo il ricorso del Genoa rispetto alla cancellazione della sconfitta «a tavolino» per forfait nella partita più volte rinviata contro la Nicola Mameli di Voltri venne accolto dalla Federazione Italiana Rari Nantes, che dispose che il Comitato Regionale Ligure fissasse la data della partita. In effetti, per i rossoblù gli incontri da disputarsi con i voltresi erano due più uno con lo Sturla, ma per il momento non si sono trovate tracce di quelle partite. Commentando il decisivo successo dell’Andrea Doria ottenuto due giorni prima per 2-0 sullo Sturla, il giornale genovese Il Lavoro di martedì 19 settembre parlò di ultimo incontro del Girone Ligure. Domenica 1° ottobre nella finalissima giocata in casa l’Andrea Doria sconfisse con due reti di scarto come l’anno prima (3-1 quella volta, 2-0 questa) la Partenope, conquistando il suo secondo titolo nazionale.
Cent’anni fa terminò la favola bella del Genoa Waterpolo
a cura di Stefano Massa