(Il «Derby Eterno» è stato vinto 2-0 dal Benfica in casa dello Sporting Lisbona, ma quello tra gli splendidi musei delle due squadre termina in parità)
Approfittando delle vacanze scolastiche pasquali (sono un insegnante di materie umanistiche), mi sono recato a Lisbona, dove non ero, come nel resto del Portogallo, mai stato in tutta la mia vita.
Oltre alle visite nei musei, nelle chiese e nei luoghi più caratteristici della capitale lusitana, ho voluto immergermi nel clima della rivalità tra le sue due principali squadre calcistiche, il Benfica e lo Sporting Lisbona, avendo la possibilità di assistere domenica 17 aprile 2022 allo «scontro diretto», che ha visto la vittoria «corsara» delle Águias rosse, in cui milita un ex genoano, il marocchino Adel «le Mille e una notte» Taarabt, sul campo dei campioni del Portogallo in carica (tornati al successo in campo nazionale dopo diciannove anni) per 2-0 (per la cronaca, con reti dell’uruguaiano Darwin Gabriel Nuñez Ribeiro «Darwin» al 14’ del primo tempo e dell’ex calciatore della Fiorentina nella stagione agonistica 2017/2018 Gil Bastião Dias «Gil Dias» al 47’ della ripresa).
La storia del calcio in Portogallo è stata «scritta» da tre società, lo Sport Lisboa e Benfica – noto come Benfica –, il Porto e lo Sporting Clube de Portugal – conosciuto come Sporting Lisbona –, rispettivamente vincitrici di trentasette, ventinove e diciannove titoli nazionali. Solamente altre due sodalizi, il Belenenses (terza squadra della capitale) e il Boavista (seconda squadra di Porto) hanno iscritto i loro nomi – rispettivamente nel 1946 e nel 2001 – nell’Albo d’Oro del Campionato Portoghese. In pratica, i due maggiori sodalizi di Lisbona si sono assicurati quasi i due terzi dei massimi campionati disputati in Portogallo (l’attuale Liga verrà sicuramente vinta dal Porto, che è imbattuto a quattro giornate dalla fine e ha un vantaggio di nove punti sullo Sporting Lisbona, secondo in classifica).
Ho prima – giovedì 14 – visitato il Museo dello Sporting Lisbona e poi – lunedì 18 – quello del Benfica. In entrambi mi sono presentato a nome della Fondazione Genoa 1893 e del Museo della Storia del Genoa, donando a ciascuno di essi un gagliardetto del Genoa 2021/2022, e sono stato accolto con grande cortesia e altrettanta simpatia.
Biglietti di ingresso ai due musei
Anche assistendo al derby mi sono reso conto di un alto grado di civiltà delle due tifoserie, che di fatto non si sono insultate durante l’incontro. Addirittura lo «spicchio» di una delle due curve del “José de Alvalade” riservato ai tifosi del Benfica, squadra ospite, si trovava a fianco del settore in cui erano sistemati i sostenitori della squadra rivale con solamente una vetrata a dividerli.
Lo stadio “da Luz”, che ho potuto – come quello dello Sporting Lisbona – vedere approfonditamente grazie a una visita guidata (negli spogliatoi, in campo e sugli spalti), è molto più vasto. Entrambi sono stadi di proprietà delle società e, quindi, i musei sono vastissimi (inoltre ci sono testimonianze della presenza storica dei due clubs, che hanno iniziato la loro attività all’inizio del XX secolo – nel 1904 il Benfica e nel 1906 lo Sporting Lisbona –, nelle vicinanze degli stadi come possono essere la «Hall of Fame» dei giocatori del Benfica, i cui volti in bianco e nero sono impressi su un muro che «accompagna» il marciapiede di uno slargo circolare con al centro una rotonda, e la statua bronzea del fuoriclasse Eusébio «a Pantera Nigra» da Silva Ferreira «Eusébio» e, in una rotonda nel quartiere dove si trova lo stadio dei rivali cittadini, il Leone in marmo con sui quattro lati della parte alta del piedistallo i valori fondanti del sodalizio biancoverde: ESFORÇO, DEDICÃO, DEVOCÃO, GLORIA).
Se nel calcio il Benfica è storicamente superiore (ha vinto, tra l’altro, la Coppa dei Campioni nel 1960/1961 e nel 1961/1962), la situazione è, invece, favorevole allo Sporting Lisbona nel complesso degli altri sports (entrambe le società sono delle polisportive e i due musei presentano una ricchissima collezione di trofei conquistati nelle varie discipline).
Tra gli innumerevoli oggetti conservati nelle due strutture museali quelli che ho trovato più suggestivi sono stati le Scarpe d’Oro vinte da due attaccanti sudamericani dello Sporting Lisbona, l’argentino Héctor Casimiro «Chirola» Yazalde nel 1973/1974 (con 46 reti) e il brasiliano Mário Jardel Almeida Ribeiro nel 2001/2002 (con 42 reti) e le maglie del Benfica e del Portogallo indossate da «Eusébio». Ma sicuramente i momenti più emotivamente coinvolgenti sono stati quelli legati alla famigerata partita amichevole di martedì 3 maggio 1949 tra il Benfica e il Grande Torino (che conobbe nell’ultimo episodio agonistico della sua epopea una sconfitta per 3-4 a Lisbona dopo aver subìto poco più di quattro mesi prima al “Luigi Ferraris” l’ultima – 0-3 contro il Genoa domenica 26 dicembre 1948 – a livello ufficiale), tragicamente perito nella Tragedia di Superga il giorno successivo: ho avuto il privilegio di vedere – conservata nell’archivio in cui sono stato portato – la riproduzione della Mole Antonelliana offerta dalla società granata alla formazione avversaria, oltre al trofeo messo in palio nell’incontro, al gagliardetto del Torino con la data della partita, a un ingrandimento della fotografia con i capitani Francisco «Xico» Ferreira e Valentino «Tulèn» Mazzola sr. e alla prima pagina del giornale sociale “Sport Lisboa e Benfica” esposti nella teca dedicata al 1949.
La statuetta della Mole Antonelliana consegnata dal Grande Torino al Benfica martedì 3 maggio 1949.
Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo del Genoa)