È morto all’età di 92 anni Ercole Bazzurro, che con la maglia del Genoa giocò un’unica partita, quella tra Torino e Genoa (terminata 4-0 per i granata) di domenica 15 maggio 1949, la prima della formazione campione d’Italia dopo la Tragedia di Superga. Tra i ventidue giocatori scesi in campo solamente quattro avevano disputato almeno un incontro nella massima serie: per la precisione, erano scesi in campo tra i padroni di casa quattro volte Luigi Giuliano, il quale nel Santo Stefano del 1948, quando il Grande Torino, sconfitto 0-3 in trasferta dal Genoa, aveva conosciuto la sua ultima sconfitta ufficiale, aveva interrotto la bella abitudine di andare a segno una volta per ogni presenza, e tra gli ospiti sette volte con una rete ciascuno Giovanni Battista «Giobatta» Odone e Gino Corradini ed una volta con nessuna rete Franco Bironi. Ciascuna delle due squadre decise nell’assegnazione del ruolo di capitano (curiosamente fu quello l’ultimo campionato in cui chi ne era investito non portava la fascia al braccio) in quella partita tra formazioni giovanili di affidarlo non a chi aveva una carriera, ancorché limitata, di giocatore in prima squadra, ma a chi lo rivestiva tra i ragazzi (una via di mezzo per prendere ad esempio l’attuale Juventus tra quelli che attualmente giocano nei campionati Primavera e – con la Under 23 – Lega Pro). Ecco perché nelle fotografie di rito del pre-partita l’arbitro Ferruccio Bellè di Venezia (giudicato il migliore in quella stagione agonistica ed insignito del premio della Fondazione Giovanni Mauro) compare in mezzo ad Umberto Motto ed Ercole Bazzurro, rispettivamente terzino destro e sinistro delle loro squadre ed entrambi con la fascia nera in segno di lutto al braccio sinistro!
Bazzurro fu con i compagni Celso Torrini I (fratello maggiore di sei anni di Pietro «Piero» Torrini II, difensore della Fiorentina – in Serie A –, del Brescia – in Serie B –, e del Catanzaro – in Serie C –, morto indossando la casacca giallorossa di emorragia cerebrale, provocata da un colpo di testa sull’allacciatura del pesante pallone di cuoio, a Pavia domenica 28 ottobre 1956 e dedicatario dello stadio di Sesto Fiorentino, sua città natale), Giovanni Bartoletti, Carlo Brezzi ed Umberto Masoni nel novero di quelli che non avrebbero giocato altre partite ufficiali con il Genoa e in una delle prime due categorie del calcio italiano. Si ha notizia che Bazzurro giocò a livello di Serie C nell’Asti nel 1949/1950 e nel Savona nel 1950/1951 (curiosamente nelle sue sette presenze giocò sei volte da terzino destro ed una da centravanti e nell’ultima, il successo interno per 4-0 contro la Biellese di domenica 14 gennaio 1951, ebbe per compagni di squadra due protagonisti della partita di venti mesi prima, il portiere – in quell’occasione avversario – Guido Vandone, deceduto ad 89 anni mercoledì 31 luglio 2019, e Bironi, che realizzò una doppietta). Successivamente Bazzurro intraprese un’importante carriera di allenatore del settore giovanile che lo avrebbe portato a scoprire ed affinare le qualità tecniche ed agonistiche di due prodotti del vivaio rossoblù quali Stefano Eranio e Luca Cavallo.
Sabato 8 novembre 2008 Bazzurro venne a far visita al Museo della Storia del Genoa (allora sito in salita Dinegro) ed oltre a raccontare alcuni gustosi aneddoti dei suoi trascorsi calcistici portò alcune fotografie della storica partita a cui aveva partecipato cinquantanove anni prima, permettendo, tra l’altro, in base a quanto aveva scritto sul retro di quella con la formazione del Genoa schierata prima dell’inizio dell’incontro al “Filadelfia” di Torino, l’altrimenti impossibile identificazione di tutti i giocatori.
Alla famiglia Bazzurro vadano le più sentite condoglianze della Fondazione Genoa 1893.
Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerche e Storia della Fondazione Genoa 1893)